Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua
Questo brano del vangelo di Luca (19, 1-10) che la liturgia ci propone mi piace dividerlo in tre parti: L’incontro, l’accoglienza, la conversione.
In primis abbiamo Gesù che incontra Zaccheo un uomo pubblicano, ricco e soprattutto un ladro. Un incontro, questo voluto sia Gesù che da Zaccheo il cui nome significa:” Dio si ricorda” e di chi si ricorda? di un peccatore, di uno che per vivere ruba i suoi concittadini per i romani e per se. L’incontro è voluto da Gesù che si autoinvita a casa sua proprio per dare lustro alla casa e in un certo modo redimerla dai peccati commessi dal pubblicano.
Il secondo momento è l’accoglienza. Gesù entra in casa accolto, voluto desiderato e aspettato in quanto lo stesso Zaccheo sapeva che colui che stava passando e che sarebbe entrato, di lì a poco, nella sua casa, nella sua intimità avrebbe portato sconvolgimento nella propria esistenza destabilizzando tutte le certezze finora acquisite.
Nella terza parte, che a mio avviso è la più importante, è la conversione. Conversione che prima di essere tale è preceduta dal PERDONO. Zaccheo parlando con il Maestro si converte, si lascia modellare, cambiare ma senza lasciare tutto, plasmare da un uomo (non dal Risorto) da un uomo come tutti che con la forza della parola (di Dio) lo cambia. Entra nella vita di quest’uomo piccolo ma allo stesso tempo grande in punta di piedi un po’ come fa con noi quando lo incontriamo. L’incontro con Lui porta si destabilizzazione mettendo in dubbio le nostre certezze, convinzioni ma da quest’incontro noi riceviamo: FEDE, GIOIA, AMORE, PACE ma soprattutto la SALVEZZA. Quella salvezza che: dà la possibilità di ricominciare a camminare veramente liberi sulle strade della vita.
Lettore Luciano Gerardo Marino