Novembre 22, 2024

Non sia turbato il vostro cuore. V domenica di Pasqua

V Domenica di Pasqua anno A. (Gv 14,1-12)


Che parole profonde quelle di Gesù nel Vangelo di questa domenica. È il discorso che Gesù fa dopo l’ultima cena, quasi il testamento prima di morire e che raccolgono tutta l’intimità di Gesù.

Sono parole enormi e profondissime che si possono declinare in due inviti racchiusi in due frasi piene del senso cristiano della fede.

La prima: <<Non sia turbato il vostro cuore>>.

Una frase che ha il gusto della protezione, della sicurezza, della presenza. È una frase che fa bene al cuore e di cui abbiamo bisogno tutti. Non sia turbato il nostro cuore, perché siamo immersi in paure che ci paralizzano e non ci fanno vivere la vita. Noi ci fermiamo troppo spesso alle cose negative e non abbiamo più quella dinamicità di vedere le cose belle. Un cuore turbato è sinonimo di fatica, di una fatica costante nel cammino della vita, una vita trascinata, una vita piena di dubbi e paure.

Il contrario della paura non è il coraggio come si può pensare ma è la fede, la fede in Dio un padre che ama e che perdona sempre. E così veniamo alla seconda frase che dice Gesù: <<Abbiate fede in Dio>>.

Ecco che si spiega come non avere un cuore turbato, un cuore affannato. Perché la fede è la medicina, è l’antidoto contro la nebbia nella vita. Ricorda, solo davanti ai turbamenti si misura la nostra fede e se tutto va bene si ha sempre fede ma, è quando vanno male le cose che si vede se ci si abbandona a Dio oppure no.

Avere fede in Dio è sinonimo di fidarsi e di affidarsi al creatore allenatore della vita, vuol dire lasciare alla provvidenza lo spazio di agire nella vita, di operare nella nostra vita.

Ecco, allora, due atteggiamenti concreti e fondamentali per vivere quest’ invito di Gesù: Il primo, che non sia turbato il nostro cuore; il secondo, di avere fede.

Allora non avere il cuore turbato, dicendo un forte e deciso no alle tante paure che turbano il cuore. Abbi fede in Dio dicendo un si pieno, imperativo, nel fidarsi di Dio e molto meno del proprio io.

Sarebbe meraviglioso ripetere ogni mattina l’unione di queste due frasi di Gesù. Ovvero non devo avere paura nella vita perché mi fido di Dio, non devo avere paura nella vita perché mi fido di Dio.

Vediamo  una frase che tutti conosciamo e che è scritta nel Vangelo di questa domenica, quando Gesù dice: <<Io sono la via, la verità e la vita>>. 

Osservate le tre vie: via, verità e vita. Gesù è la via perché solo attraverso lui possiamo giungere a Dio. Non è uno slogan di Gesù ma sono parole che devono fare chiarezza nel nostro cammino spirituale. 

Ci sono troppe idee e spiritualità sterili che emozionano ma che non conducono a Dio. Seguire i passi di Gesù e non quelli di guru apparenti di spiritualità deboli.

Dobbiamo mettere i piedi sulle orme di Gesù, ma dobbiamo conoscerlo per seguirlo. Noi spesso ci informiamo di tutto, siamo dei tuttologi ma spesso abbiamo perso tempo, perché non ci siamo orientati a conoscere colui che ci ha dato la vita “Gesù Cristo”.

Lui ci vuole dare non solo la vita, ma lui è la via per arrivare alla gioia piena, all’abbondanza di vita, come diceva il Vangelo del buon pastore domenica scorsa.

Essere cristiani significa seguire Gesù, non solo norme e  riti. Seguire Gesù vuol dire conoscere la persona di Gesù, cercarlo nella preghiera, diffonderlo nelle catechesi, riconoscerlo nel creato, amare come Gesù ha amato. 

Quindi seguire Gesù vuol dire che noi consideriamo Gesù la via della nostra vita. Gesù è come la verità. Gesù non dice di avere la verità ma di essere la verità. La vera verità non è sapere tante cose ma è vivere la vita con fede, la vera verità non sono tante parole ma sono azioni concrete che ci fanno testimoniare la nostra fede cristiana. È di moda oggi dire che l’importante è avere Dio nel cuore e quindi avere una fede fai-da-te. No, la verità è seguire quello che la saggezza della Chiesa ci propone da oltre 2000 anni.

Oggi per molti la verità è relativa e ognuno ha la sua. Ricordatevi che Gesù essendo lui la verità tende all’unità e non all’arrogante individualismo fondato sulla superbia. Troppe verità tra virgolette di oggi, rendono instabili e sono poco credibili. La verità non è un susseguirsi di norme o di pratiche.

La verità è una persona “Gesù Cristo” da seguire e conoscere. La verità è che Dio è tuo padre grazie al battesimo e noi siamo figli di Dio. La verità è la grande dignità di avere un Dio creatore che possiamo chiamare padre, che non ci dimentica, che ci sostiene, che ci incoraggia.

Non serve un cristianesimo approssimativo o solo emotivo. La verità del Cristianesimo deve toccare il profondo del nostro cuore. La verità è incontrare la persona di Cristo perché Gesù è la verità, ma Gesù si definisce anche come vita. Si la vita, il più grande dono che ci fatto Dio. Infatti lui è la vita, lui è il Signore della vita non della morte. Lui ci fa vivere il cammino della vita nonostante un mondo che sta morendo.

Incontrare Gesù è ben diverso che conoscerlo. Chi ha incontrato Gesù lo sa bene. L’incontro con Cristo trasforma la vita, la illumina. La vita diventa vera.

Anche se ci sono dolori, sofferenze, croci, disagi personali Gesù, grazia alla resurrezione ha fatto capire che dove c’è la morte c’è sempre la vita.

Noi come cristiani dobbiamo tirare fuori la vita dove vediamo la morte. Amare la vita perché siamo preceduti nell’amore da colui che è vita ed è amore. Gesù ha dato la vita per la nostra vita perché la vita è un dono.

Dobbiamo risvegliare la bellezza della vita, questo è il compito dei cristiani. Dobbiamo riprendere in mano la vita e farla illuminare da Gesù. Dobbiamo portare agli altri Gesù per far vedere loro che la loro vita è bellezza. Come diceva San Francesco d’Assisi a Gesù, tu sei bellezza, Gesù è la vita e vuole fare risplendere la nostra vita. 

Allora per fare sintesi sulla “via, verità e vita” possiamo dire che: la via non è una strada da percorrere ma è una persona da seguire; la verità non è un concetto astratto, è una persona (Gesù) da frequentare; la vita non è semplicemente un fatto biologico, la vita è amore come si è amati da Dio e di conseguenza amare in modo esigente come Dio ci ama.

Amen

diacono Alberto Iannotti