Ai piccoli hai rivelato i misteri del regno dei cieli
“Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”. Sono le parole di Gesù che risuonano in questa XIV Domenica del T.O. Esse fanno anche da sfondo alla festa del poverello d’Assisi, San Francesco.
È lui che forse più di tutti gli altri ha incarnato l’ideale di “farsi piccoli”. È lui che ha intuito che la migliore relazione con Dio si gioca nella semplicità dell’amore e non nei polverosi scaffali oppure nei ragionamenti contorti. Perché “farsi piccoli” non significa rifiutare di capire, ma significa comprendere che per capire bisogna ascoltare prima ancora che esprimere qualsiasi concetto.
Noi siamo esperti, ma quasi mai abbiamo l’umiltà di stare semplicemente in silenzio, ad ascoltare la vita che si pone davanti e ci parla di se. Francesco comprende questa grande verità.
Sarà questo il motivo per cui egli vede la creazione come la sua stessa famiglia, e canta anche quegli aspetti della vita che non sono proprio luminosi, come sorella morte.
I piccoli non sanno tutto ma ascoltano tutto, e in questo trovano la pace: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita”.
Vedere tutto dalle braccia di chi ci ama, di Dio, le cose si capiscono meglio, semplicemente perché siamo rassicurati dal suo amore e non viviamo più nella difensiva.
Francesco è innanzitutto questo: La buona novella vissuta. Perché egli mostra, più ancora che dimostra, che ciò in cui si crede, trasforma la vita. E la prova di questa trasformazione è proprio nel fascino di questa vita vissuta nella fede in Cristo Gesù. Dopo secoli e secoli il poverello d’Assisi continua ad affascinare tantissime persone. Non dobbiamo dimenticare però che tutto ebbe inizio con un incidente di percorso, e un Vangelo aperto e letto. Forse dovremmo ricominciare anche noi da questo: aprire e leggere il vangelo (senza commentare troppo).
Diacono Rosario Santimone