Desti, vigilanti e sempre pronti; così ci vuole il buon Dio
XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / C
Commento al Vangelo secondo Luca 12 , 32-48
Come viandanti e pellegrini ignari del momento e dell’ora della partenza, ma sicurissimi di dover partire o come le dieci vergini in attesa nel cuore della notte, dell’arrivo dello sposo, o come dei servi che aspettano l’arrivo del padrone di casa o più semplicemente come fedeli che si nutrono di speranza.
Non solo quindi vigilanti in vista di una partenza ed un incontro finale, ma anche pronti a cogliere il momento che passa, il momento della grazia, della conversione o magari l’occasione quotidiana che ci viene offerta per compiere il bene. La liberazione di Dio dalla schiavitù dell’Egitto avviene nel cuore della notte, una notte già preannunciata dai profeti, ma di cui si ignorava il momento preciso: ecco allora la necessità della vigilanza e dell’attesa.
Noi ne diventiamo capaci quando la nostra fede in Dio si traduce in completo abbandono alla sua volontà e certezza della sua indefettibile fedeltà. Sgorga così l’obbedienza anche dinanzi a quanto potrebbe sembrare impossibile o assurdo alla nostra vista: l’esperienza di Abramo, nostro padre nella fede, è illuminante.
Del resto soltanto conformandosi alla volontà di Dio ci diventa possibile aderire alle sue proposte: superare le nostre atàviche paure, essere certi nella fede di entrare nel regno di Dio, riempire le nostre borse non con cose frivole e caduche, ma con ciò che vale e dura per l’eternità. Vigilanza e sapienza nell’esperienza e nella vita dei santi sempre si abbinano e producono i frutti migliori.
Dinanzi alle continue sollecitazioni del mondo è davvero illuminante per noi la Parola di questa Domenica che potrebbero coglierci distratti e in vacanza o magari più rilassati e meno disponibili. Vegliate allora e tenetevi pronti, perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
Diacono Renato Alfano