Aprile 14, 2025

Giovani in Caritas. Il presente, non solo il futuro

Martedì 8 aprile si è tenuto a Roma il primo incontro del Coordinamento Giovani di Caritas Italiana. Hanno partecipato 75 operatori in rappresentanza di 36 diocesi. Sono le persone che si occupano a vario titolo della dimensione giovanile, nonché i referenti YOUngCaritas. Obiettivo del Coordinamento: attivare insieme una rete in grado di costruire iniziative e condividere riflessioni e proposte che permettano di coinvolgere sempre più il mondo giovanile, stimolando tutti al dono di sé a servizio delle fragilità.

“La giovinezza è una fase di transizione fondamentale nella vita di ogni individuo, che segna il passaggio dalla famiglia alla vita adulta. In Italia, la legge considera giovani fino ai 35 anni, ma questo range è troppo ampio e non tiene conto delle differenze individuali”. Lo ha spiegato il prof. Mattia Zunino, docente di Scienze dell’Educazione alla LUISS nel suo intervento.

Un aspetto interessante è il problema del tempo. Non si tratta di tempo orologio, ma di tempo verbale. Con i giovani spesso si usa il tempo futuro, che non è mai il tempo dell’azione. Questo approccio può portare a conseguenze negative, come la mancanza di coinvolgimento e responsabilizzazione delle persone. Scegliere il tempo dell’azione, il presente, permette di muoversi e coinvolgere le persone in modo più efficace. Questo approccio può aiutare a responsabilizzare i giovani e a renderli più protagonisti della loro vita. 

E cosa accade nella partecipazione giovanile? La partecipazione dei giovani è un tema di grande interesse e di grande cambiamento. Oggi, le forme tradizionali della partecipazione, come partiti e sindacati, non sono più i luoghi di riferimento per i giovani. Questo non significa che i giovani non siano più interessati a partecipare, ma piuttosto che le loro modalità di partecipazione sono cambiate. I giovani di oggi sono più propensi a partecipare in modo episodico e a seguire cause specifiche che li interessano. Questo fenomeno è stato definito come “single issue”, dove i giovani si appassionano a una causa ritenuta importante e la seguono per un certo periodo di tempo. Un problema che emerge è che l’offerta di partecipazione non sempre riesce a dare quello che interessa ai giovani. Questo può portare a una mancanza di coinvolgimento e di motivazione. Tuttavia, il portato valoriale dei giovani c’è e viene spesso raccontato poco. I giovani hanno valori e interessi che possono essere valorizzati e utilizzati per creare nuove forme di partecipazione e di impegno.

Comunicare è il modo efficace per raggiungere i giovani. Come? Come comunicano i giovani? Circa l’82 per cento, ha spiegato il prof. Zunino, trascorre in media oltre cinque ore davanti ad uno schermo. In questo modo i giovani sono tendenzialmente attratti da app che sviluppano un’economia della solitudine dove perdiamo di vista l’altro da noi. 

Se c’è una domanda in questa economia della solitudine allora c’è un bisogno e quel bisogno si può recuperare anche in altri modi.

“Pensiamo al dono e alla solidarietà come momento di incontro dell’altro da noi e alla cura come atto di resistenza creativa”. 

Ha chiuso la giornata don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, ricordando le caratteristiche specifiche dell’attenzione che le Caritas riservano ai giovani (non sono destinatari ma protagonisti del servizio svolto) e ringraziando tutti per l’impegno profuso.