Siate “sale della terra” e “luce del Mondo”
Quinta Domenica del Tempo Ordinario e 45a Giornata Nazionale per la Vita. Oggi, il Vangelo ci fornisce il profilo, l’identità del discepolo di Cristo. Chi segue Gesù è chiamato a essere “sale della terra”, “luce del mondo”. Gesù ci avverte che può esserci un sale che perde il suo sapore; un sale, cioè, che non insaporisce le cose, che non serve a nulla. Chiediamoci, allora: la nostra vita rende più saporita quella degli altri? L’amore cristiano non è qualcosa che si può vivere per se stessi, ma è sempre una relazione con gli altri. Oggi celebriamo la giornata per la vita. Con la nostra vita diamo anche “vita” agli altri? Il mondo ci presenta una vita ripiegata su se stessa, egoistica, edonistica. La vita cristiana, invece, è fatta per il dono, altrimenti si spegne, diventa sterile. Come il sale si scioglie nel cibo fino al punto che si sente solo il sapore ma il sale non si vede più, così dev’essere la nostra presenza nel mondo. Se abbiamo conosciuto l’amore di Dio, siamo chiamati a condire di questo amore tutte le nostre relazioni. Se non lo facciamo, la nostra fede è inutile e non siamo “luce del mondo”. Con la nostra vita illuminiamo la vita degli altri? Riflettiamo la luce di Dio? Per essere questo sale, questa luce, dobbiamo lasciarci lavorare dentro da Dio; è Lui che ci renderà sale e luce del mondo; è Lui che ci farà realizzare quello che ci dice il profeta Isaia nella prima Lettura, in cui si parla di un digiuno. Qual è il digiuno che ci chiede Dio? Non un digiuno formalistico e apparente, come quello di tanti scribi e farisei ai tempi di Gesù, ma un digiuno che consiste nel fare qualcosa per gli altri: dare il pane all’affamato, accogliere i miseri nella propria casa, vestire i nudi, consolare gli afflitti, pronunciare parole buone (papa Francesco, per esempio, ci invita sempre a guardarci dal chiacchiericcio che uccide anche le nostre comunità). Solo in questo modo, ci dice il profeta Isaia, la nostra luce splenderà davanti al mondo. In questa giornata dedicata alla vita, celebriamo Dio come Dio della vita e mai della morte. Egli, nonostante il male commesso dall’uomo, non ha mai distrutto la vita. Il cristiano, “sale della terra e luce del mondo”, difende la vita, dal suo concepimento fino alla sua naturale conclusione. Noi siamo solo i custodi e non i padroni della vita. La vita è il più grande dono di Dio, ma noi abbiamo perso la capacità di stupirci di fronte a questo miracolo, a questa bellezza. E, così, oggi assistiamo a tante vite ferite, svilite, offese, uccise, persino nel grembo materno che dovrebbe essere il luogo più sicuro per la custodia della vita. Difendiamo la vita, curiamola, custodiamola in ogni circostanza! Portiamoci a casa oggi l’immagine del sale che non si vede nel cibo ma lo insaporisce; così dobbiamo essere anche noi, dando sapore alla vita e mostrando al mondo la nostra meraviglia per questa bellezza. Perché è la bellezza, come disse un celebre scrittore, che salverà il mondo.
Diacono Maurizio Scorza